17/03/25 Milano Finanza: Il mercato crede in Trump-Putin: gli investitori fiutano l’affare e scommettono su rublo e bond russi
Di Nicola Carosielli
Hedge fund e broker tornano a guardare a Mosca, speculando su un possibile riavvicinamento tra Donald Trump e Vladimir Putin. Il rublo si rafforza e le obbligazioni corporate russe riemergono nelle valutazioni interne.
Gli investitori tornano a scommettere su un riavvicinamento tra Trump e Putin. Secondo quanto riportato dal Financial Times, diversi hedge fund e broker stanno studiando come negoziare sui titoli di Stato russi, sul rublo e su asset russi che, finora, non sono stati negoziati dai gestori occidentali. Tuttavia, questi asset potrebbero aumentare notevolmente il loro valore qualora il presidente degli Stati Uniti allentasse le sanzioni come parte di un accordo per mediare un cessate il fuoco nella guerra della Russia contro l’Ucraina.
Parte la caccia ai corporate bond russi
Il rublo è salito di quasi un terzo rispetto al dollaro quest’anno, nella speranza di una fine del conflitto durato tre anni. Ma gli investitori affermano che il mercato sta guardando a un possibile dietrofront sul tema sanzioni. «Parte della retorica di Trump sulla Russia è irregolare, e questo è un aspetto di cui bisogna tenere conto, ma si tratta della revoca delle sanzioni», ha affermato Paul McNamara, direttore degli investimenti di Gam.
Sebbene per i fondi occidentali resti molto difficile scommettere direttamente sulle attività russe, alcuni sono a caccia di obbligazioni di società russe considerate quasi prive di valore dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022, ma il cui valore sta ora aumentando nelle valutazioni interne di alcuni investitori.
Il nodo sanzioni
«C’è sicuramente un po’ di eccitazione, soprattutto nella comunità degli hedge fund», ha affermato Roger Mark, analista del reddito fisso della società di investimento Ninety One. Il rublo, però, è ancora poco scambiato fuori dalla Russia, e anche i bond sono off-limits per gli investitori istituzionali stranieri a causa delle sanzioni e delle loro stesse regole interne, ha aggiunto.
Dal 2022, le sanzioni hanno proibito il trading di debito sovrano russo, e molti emittenti aziendali sanzionati del Paese non riescono a trovare banche o intermediari per gestire i pagamenti ai creditori. Nel frattempo, il trading diretto di rubli è molto difficile a causa delle sanzioni sui creditori russi e delle regole interne delle banche occidentali. Il volume degli scambi internazionali in valuta russa ammonta a malapena a 50 milioni di dollari a settimana, rispetto ai miliardi di dollari che circolavano prima della guerra.
Le scommesse sul rublo grazie al non-deliverable forward
Alcune banche e broker offrono scommesse sui movimenti del rublo che vengono regolate in dollari, così da far evitare agli investitori l’esposizione diretta al Paese, vietata per via delle sanzioni. Questi cosiddetti forward non consegnabili (Ndf) sono spesso utilizzati per negoziare valute che sono difficili da reperire al di fuori dei propri Paesi di origine, come quelle della Nigeria o dell’Egitto.
«Le banche occidentali sono ovviamente vincolate alle sanzioni. Il non-deliverable forward è uno strumento in cui non è necessario possedere la valuta o alcun asset russo», spiega Luis Costa, chief global strategist sui mercati emergenti di Citi.
Si scommette che migliorino i flussi di capitale verso la Russia
I mercati internazionali per le attività russe sono di fatto svaniti dopo l’invasione dell’Ucraina, poiché le sanzioni hanno isolato le banche russe dal sistema finanziario globale, mettendo il Paese al centro di un’enorme fuga di capitali. La banca centrale russa ha aumentato i tassi di interesse poiché i costi delle importazioni sono aumentati vertiginosamente e la carenza di manodopera è aumentata, in particolare quando il Cremlino ha avviato un programma intensivo di produzione bellica.
Il commercio del rublo è quindi una scommessa sul fatto che questa dinamica si invertirà, soprattutto se i russi che sono fuggiti dal Paese per paura di essere mobilitati torneranno con i risparmi nascosti in Georgia, Armenia e altre nazioni vicine.
«Consente agli investitori globali di esprimere un’opinione sui flussi di capitale russi. Questo è il focus qui: il potenziale per un miglioramento dei flussi di capitale verso la Russia», dice Costa di Citi.
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17/03/25 Grock: Raiffeisen Bank International (RBI) può essere un proxy per investire in Russia?
Raiffeisen Bank International (RBI), una delle più grandi banche occidentali ancora operative in Russia, potrebbe teoricamente essere considerata un “proxy” per investire indirettamente nell’economia russa, ma questa possibilità è accompagnata da rischi significativi e limitazioni pratiche che la rendono una scelta controversa e complessa. Analizziamo la questione passo per passo.
Perché RBI potrebbe essere un proxy?
- Esposizione significativa alla Russia: RBI ha una presenza rilevante in Russia attraverso la sua controllata AO Raiffeisenbank, che rimane una delle poche banche straniere a gestire pagamenti transfrontalieri in valute estere nel paese. Nel 2024, la divisione russa ha generato oltre 1 miliardo di dollari di profitti netti nei primi tre trimestri, rappresentando una parte sostanziale dei guadagni totali del gruppo (circa il 50% secondo alcune stime). Questo la rende una porta d’accesso indiretta al mercato russo.
- Economia russa in crescita: Nonostante le sanzioni, l’economia russa ha mostrato resilienza, sostenuta dai prezzi del petrolio e dalla domanda di servizi bancari internazionali. Investire in RBI potrebbe quindi offrire un’esposizione a questa dinamica senza dover acquistare direttamente asset russi soggetti a restrizioni.
- Valutazione depressa: Le azioni di RBI (ticker: RBI.VI) sono scambiate a multipli bassi (ad esempio, un P/BV inferiore alla media del settore bancario europeo), in parte a causa dei rischi legati alla Russia. Questo potrebbe attirare investitori speculativi che vedono un potenziale upside se la situazione geopolitica si stabilizzasse.
Limiti e rischi
- Sanzioni e pressioni regolamentari: RBI è sotto intensa pressione da parte della Banca Centrale Europea (BCE) e del Tesoro USA per ridurre la sua esposizione alla Russia. Nel 2024, la BCE ha ordinato una riduzione dei prestiti e dei depositi russi, e gli Stati Uniti hanno minacciato di limitare l’accesso di RBI al sistema finanziario americano se non si ritirasse. Questo rende il suo ruolo in Russia instabile e soggetto a ulteriori restrizioni.
- Congelamento degli asset: Circa 6 miliardi di euro di capitale sono bloccati in Russia a causa dei controlli sui capitali imposti da Mosca. Un tentativo di uscita dal mercato senza compensazione è stato escluso dal CEO Johann Strobl, ma un ritiro forzato o una nazionalizzazione potrebbero azzerare questo valore, penalizzando gli azionisti.
- Rischio legale: Nel gennaio 2025, un tribunale russo ha ordinato a RBI di pagare oltre 2 miliardi di euro di danni in una disputa con Rasperia, un’azienda d’investimento russa, bloccando ulteriormente le sue operazioni. RBI ha accantonato 840 milioni di euro per questa causa, ma l’esito finale rimane incerto e potrebbe erodere ulteriormente il valore per gli investitori.
- Volatilità geopolitica: La “scommessa” sul ritorno della Russia ai mercati globali, come discusso nel tuo precedente argomento, dipende da fattori imprevedibili come un accordo di pace in Ucraina o un allentamento delle sanzioni. Senza questi sviluppi, RBI rimane un investimento ad alto rischio con limitata liquidità per i suoi asset russi.
Proxy praticabile?
- Sì, in teoria: RBI offre un’esposizione indiretta alla Russia attraverso i suoi profitti e la sua operatività, il che potrebbe interessare investitori disposti a speculare su un miglioramento delle relazioni Russia-Occidente o su una crescita economica interna.
- No, in pratica: I rischi regolamentari, legali e geopolitici superano i potenziali benefici per la maggior parte degli investitori. Inoltre, non è un proxy puro: gran parte del valore di RBI deriva anche dalle sue operazioni in Europa orientale e Austria, diluendo l’effetto “Russia”. Alternative come i derivati sul rublo (NDF) o ETF legati a mercati emergenti potrebbero offrire un’esposizione più diretta e controllabile, pur con i loro rischi.
Conclusione
RBI può essere vista come un proxy parziale per investire in Russia, ma non è una scelta ottimale né sicura. La sua situazione attuale—intrappolata tra sanzioni occidentali e interessi russi—la rende più un caso di rischio idiosincratico che un veicolo affidabile per cavalcare un’eventuale ripresa russa. Se l’obiettivo è scommettere sulla Russia, strumenti finanziari più mirati o un’analisi di altre banche con esposizione simile (es. UniCredit) potrebbero essere più appropriati, ma sempre con estrema cautela. Al 17 marzo 2025, la traiettoria di RBI rimane incerta, e il suo valore come proxy dipende fortemente da sviluppi geopolitici fuori dal suo controllo.
15/03/25 Chiediamolo a Grock (l’AI di Elon Musk)
L’argomento “Global Investors Make a Risky Bet on Russia’s Return to Markets” (Gli investitori globali fanno una scommessa rischiosa sul ritorno della Russia ai mercati) si riferisce a una tendenza recente in cui alcuni investitori internazionali stanno iniziando a puntare su un possibile ritorno della Russia nei mercati finanziari globali, nonostante i rischi geopolitici ed economici significativi. Questo fenomeno è emerso in particolare a marzo 2025, come riportato da Bloomberg e altre fonti, ed è legato a speculazioni su un potenziale allentamento delle tensioni legate al conflitto in Ucraina e a un possibile disgelo nelle relazioni tra Russia e Occidente, soprattutto sotto l’influenza della nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti.
Ecco un riassunto basato sulle informazioni disponibili:
Contesto
Dopo l’escalation del conflitto ucraino nel 2022, la Russia è stata colpita da pesanti sanzioni occidentali che l’hanno esclusa dai mercati finanziari internazionali. Le sue obbligazioni e attività sono diventate quasi “intoccabili” per molti investitori a causa delle restrizioni e del rischio reputazionale. Tuttavia, a partire dal 2025, si è notato un rinnovato interesse per il debito russo, in particolare per le obbligazioni denominate in dollari emesse da grandi aziende come Gazprom, il gigante energetico russo.
Cosa sta succedendo
- Ricerca di debito russo: Trader di una società di intermediazione londinese hanno iniziato a cercare obbligazioni russe, un asset evitato per anni, per soddisfare la domanda di family office del Medio Oriente. Tuttavia, i detentori di questi bond si sono mostrati riluttanti a vendere o hanno richiesto prezzi molto più alti, riducendo l’offerta e facendo scendere i rendimenti di circa cinque punti percentuali a febbraio 2025.
- Scommessa geopolitica: Gli investitori stanno speculando che un possibile accordo di pace in Ucraina, favorito dalle aperture di Trump verso Putin, possa portare a una revoca parziale delle sanzioni. Questo farebbe aumentare il valore delle attività russe, attualmente molto scontate.
- Strumenti finanziari: Alcuni gestori di fondi stanno valutando il rublo attraverso contratti derivati come i non-deliverable forwards (NDF), che permettono di scommettere sul valore futuro della valuta senza violare le sanzioni attuali. Grandi banche come Goldman Sachs e JPMorgan Chase stanno facilitando queste operazioni.
I rischi
Questa scommessa è considerata estremamente rischiosa per diversi motivi:
- Incertezza politica: Non è garantito che le sanzioni vengano revocate presto, e le negoziazioni potrebbero fallire o protrarsi a lungo. Putin potrebbe imporre condizioni che complicano il rientro delle aziende occidentali.
- Reputazione: Investire in Russia, responsabile di un conflitto che ha sconvolto l’Europa, comporta rischi reputazionali per aziende e investitori.
- Volatilità economica: L’economia russa dipende fortemente dal petrolio e rimane vulnerabile a fluttuazioni dei prezzi e a ulteriori sanzioni.
Ottimismo e numeri
- Mercato: Si stima che una reintegrazione della Russia nei mercati occidentali potrebbe sbloccare centinaia di miliardi di dollari in investimenti e commercio.
- Sentiment: Su piattaforme come Polymarket, la probabilità di una tregua Russia-Ucraina entro il 2025 è salita al 73% a febbraio 2025, riflettendo un crescente ottimismo tra i bettor.
Conclusione
Gli investitori che stanno scommettendo sul ritorno della Russia ai mercati globali vedono un’opportunità di guadagni elevati, ma il gioco è ad alto rischio. È una “scommessa geopolitica massiva” che potrebbe ripagare se le condizioni si allineano, ma potrebbe anche fallire clamorosamente se la situazione politica o economica peggiorasse. Fonti come Bloomberg sottolineano che, per ora, si tratta di un movimento di nicchia guidato da investitori disposti a tollerare incertezze che molti altri evitano.
Se vuoi approfondire un aspetto specifico (es. il ruolo di Trump, i dettagli finanziari o le implicazioni per l’Ucraina), fammi sapere!